Resistenza o resilienza?

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Oggi più che mai viene utilizzato il termine resilienza: è una parola particolarmente alla moda, genera un effetto di massa importante a livello psico-emotivo. Vuole, soprattutto, indicare una serie di eventi nefasti globali ai quali abituarsi. In realtà, la parola racchiude un significato molto più profondo. Spesso utilizzata come sinonimo di resistenza, la resilienza indica il grado di sviluppo dei nostri talenti, mentre la resistenza definisce quanto ci opponiamo ostinatamente a qualcosa che può essere sciolto con la determinazione, indica la forza di opposizione allo sviluppo dei talenti stessi.

Comprendiamo, dunque, che le due parole esprimono aspetti umani molto differenti tra loro, addirittura divergenti.

Ma conosciamo meglio il termine resilienza. In ingegneria stabilisce la capacità di un materiale di assorbire energia in conseguenza di deformazioni elastiche e plastiche, fino al punto di rottura. In psicologia definisce la capacità di affrontare con attitudine propositiva gli eventi traumatici. In ecologia e biologia, invece, stabilisce la capacità della materia vivente di autoripararsi dopo un danno, ma anche la capacità di una comunità, o sistema ecologico, di ritornare allo stato iniziale a seguito di una perturbazione che ha generato il mutamento di stato.

Origine del termine

Scendendo un po’ più in profondità, intuendo, dunque, scopriamo che resilienza deriva dal latino resalio, iterativo di salio, che significa saltare. Con questo termine ci si riferiva ad un’azione di salto ben precisa, ovvero il saltare sulla barca per salvarsi, soprattutto quando questa si è capovolta. Questa straordinaria immagine stimola la nostra mente ad un’associazione ben precisa. L’acqua rappresenta le emozioni, la barca i valori su cui basiamo l’esistenza attuale, in questo caso è il tentativo esterno di affondarli. Tutto questo esprime che dobbiamo fluire con le emozioni e mai farci da esse travolgere per un condizionamento esterno.

In un’interpretazione diversa di resilienza, giungiamo al verbo danzare. E la danza è una delle arti sacre, come il teatro, perché permette la massima espressione dell’Io in armonia con la natura. Rappresenta anche il concetto di duttilità nell’essere performante. Dunque, la resilienza diviene una splendida alleata per lo sviluppo dell’intelligenza attiva di una comunità ed è direttamente proporzionale alla capacità di solvere le criticità di un sistema in transizione per tramutarle in potenti opportunità.

Un cittadino sovrano mai genera scontro con resistenza, ma utilizza quell’energia in un incontro per direzionarla in ciò che è utile a sé e alla comunità, come nelle arti marziali si trasmuta l’energia del colpo dell’avversario a proprio favore.

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