15 voti a favore e 9 contro per la mozione “Abolizione delle certificazioni verdi Covid-19 a decorrere dalla cessazione dello Stato di Emergenza“.
Siamo a Bassano del Grappa, comune del vicentino: la consigliera Ilaria Brunelli porta avanti la battaglia contro questo strumento, che, ancor più ora con l’ imminente uscita dallo stato di emergenza, si configura quantomeno come illogico e dai quantomeno dubbi risultati.
Il discorso della mozione
Gentili colleghi,
innanzitutto vi ringrazio per l’attenzione che darete al tema che stiamo per affrontare in aula. Per due motivi:
-Perché le sensibilità sono diverse. Io stessa sono consapevole di essermi esposta in maniera forte su questo
strumento ma difendo strenuamente il diritto di chiunque, specialmente in questa aula, di esprimere una
posizione opposta alla mia. È quel tipo di dialogo che dà senso all’esistenza del parlamento, sia esso
statale o cittadino. Con questo testo nessuno di noi è chiamato a giudicare lo strumento, ma a chiedere
che esso termini con la fine dello stato di emergenza. Vi ringrazio quindi per leggerlo e affrontarlo
concentrandoci sul punto in questione.
-Perché siamo tutti estremamente stanchi, come cittadini in primis, dopo due anni di tensioni continue e
ora sollecitati dalla minaccia di una guerra di proporzioni mondiali. Discutere questa mozione, stasera,
richiede molta fatica.
Chi mi conosce sa il valore che, come voi colleghi, do all’aula consiliare non solo di questa città, ma in generale di tutti i Comuni. Ritengo che le amministrazioni comunali, rispetto alla struttura su cui si sorregge la nostra democrazia, siano la voce più vicina alla vita dei cittadini. Siamo insostituibili nel meccanismo democratico in quanto enti che più di tutti possono rilevare gli effetti delle scelte compiute a livello di superiore, come regione o governo. È nostro dovere quindi, oltre alle tematiche prettamente amministrative, fornire un segnale agli enti superiori, qualora necessario.
Quale segnale si vuole quindi dare con questa mozione?
Stiamo per esprimerci sulla richiesta al Governo di abrogare le certificazioni verdi COVID-19 a decorrere dalla cessazione dello stato di emergenza.
Lo facciamo anche alla luce delle recenti dichiarazioni del Consiglio dei Ministri, in cui il Premier ha anticipato una serie di tappe che riguardano l’utilizzo del Green Pass oltre il 31 marzo.
Il Decreto Legge, che è stato votato e presentato dal Consiglio dei Ministri, entro 60 giorni dovrà essere votato in Parlamento per la ratifica, pena l’annullamento.
è quindi il momento esatto e più appropriato per dare un segnale alle istituzioni superiori. Un segnale che, indipendentemente dalle nostre opinioni personali sul Green Pass e sulla validità che può avere avuto nella gestione dell’epidemia, credo ci veda concordi nel ritenere che UNO STRUMENTO STRAORDINARIO, introdotto e sostenuto da una motivazione di emergenza, uno strumento dall’innegabile impatto sulla società, NON POSSA TRASFORMARSI IN UNO STRUMENTO ORDINARIO.
Consapevole che questo può essere un gesto politicamente impegnativo per le minoranze, ringrazio per ciò che vorranno fare affinché questa votazione possa avvenire all’unanimità.
La Brunelli, nel suo blog, mette anche a disposizione un “form personalizzabile” per presentare la propria mozione.
La questione di fondo
La questione sta proprio nell’ultimo passaggio del suo discorso: la preoccupazione, più che fondata, che questo strumento si evolva in uno STRUMENTO ORDINARIO.
Si tratta di una preoccupazione legata all’utilizzo dello stesso, consci del fatto che uno strumento di per sè, non sia nè positivo nè negativo, ma lo sia, banalmente, il suo impiego.
Quanto mai curioso che questa iniziativa arrivi dallo stesso comune la cui amministrazione, qualche settimana fa, aveva deliberato il divieto di consumo di bevande al di fuori dei plateatici dei locali pubblici: decisione atta a contrastare i cosiddetti “aperitivi costituzionali” che per settimane hanno coinvolto decine di piazze in tutta Italia.
Articolo di Samuele Guizzon
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