Il rispetto della libera scelta. Sono profondamente contrario al green pass non in quanto strumento in sé stesso (che potrebbe essere magari utile in casi isolati e specifici come discoteche o luoghi affollati e al chiuso come palazzetti dello sport) ma come elemento divisivo e corrosivo della società. Crea cittadini di serie A e serie B, crea discriminazioni e privilegi inaccettabili in una democrazia e in una società dei diritti.
Vi ricordate come, durante le prime discriminazioni naziste, dovevano circolare gli ebrei, gli zingari o altre minoranze? Con un bracciale giallo o di altro colore. Certo, il green pass non è esibito, ma siamo sicuri che qualcuno non lo proponga? Certo, quello che stiamo vivendo non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello che hanno vissuto quelle “etnie” e non voglio mancare di rispetto a quei tragici eventi; qui siamo in una democrazia, almeno per il momento; serve solo a fare riflettere e a percepire che in tutto questo c’è una nota stonata, perché in una democrazia tutti devono avere pari diritti e non essere discriminati sulla base delle loro idee o del loro “stato sanitario.”
Ma per non andare a scomodare fatti tragici e, quindi, non correre il rischio di essere iperbolici, pensiamo a certe opere distopiche, come Gattaca, la porta dell’Universo, bellissimo film che consiglio specialmente ora, in cui erano discriminati coloro che non erano stati sottoposti a “perfezionamento genetico”; ma basta andare all’Unione Sovietica in cui c’erano passaporti anche per gli spostamenti interni. In cui chi era del partito era privilegiato. Oppure durante il fascismo. Se ti iscrivevi al Partito Nazionale Fascista il posto di lavoro lo ottenevi subito.
Pensate ora a un colloquio di lavoro: <<Scusi, c’è l’ha il green pass? Me lo mette nel suo CV?>> Il green (che odiosa assonanza verso qualcosa di più nobile per far passare meglio lo strumento) pass come strumento di gerarchizzazione della società. Sono paure esagerate? Pensate a come eravamo 20 anni fa e ora. Cosa avreste pensato se tutto d’un colpo avessero creato tutti quegli strumenti che hanno imposto un controllo ferreo al nostro modo di vivere? Inoltre è inutile a parte i casi suddetti in una popolazione in cui la stragrande maggioranza delle categorie a rischio (inclusi over 40/50) sia vaccinata.
Io stesso sono vaccinato ma spero di non doverlo esibire mai se non per andare all’ estero. E mi rifiuterò di esibirlo. Anzi lo pubblicherò così chiunque potrà farsi lo screenshot. Se tutti facessero così lo strumento diverrebbe inutilizzabile in pratica. Una buona idea per boicottarlo. Perché non è altro che uno strumento ipocrita e illiberale per spingere alla vaccinazione (doverosa per appunto certe categorie, ma che deve rimanere di libera scelta) e creerà corrosive energie nella società che usciranno sul lungo termine e resteranno nel nostro subconscio come è rimasto il vulnus di Bolzaneto, anche se non ce ne rendiamo conto, e la conseguente sfiducia in certe istituzioni che hanno perso in un istante la loro credibilità e fiducia costruita faticosamente nei 30 anni precedenti. Questo spingerà moltitudini ad avere totale sfiducia nei meccanismi democratici e a dirigersi verso proposte autoritarie.
Oggi…
Questo l’ho scritto un paio di giorni fa. Oggi sono andato a fare un tampone con mia figlia, poiché lei non è vaccinata, essendo adolescente, per cui, per lei i rischi, seppur veramente minimali di una vaccinazione tutto sommato sono paragonabili a quelli di ammalarsi gravemente. Ovviamente è libera di scegliere, ho solo spiegato le ragioni per cui, secondo me, non c’è bisogno del vaccino per lei. Anche perché trovo assurdo che lei debba vaccinarsi per proteggere anziani che non vogliono farlo. Sono cavoli loro se si ammalano; perché una persona dovrebbe indirettamente proteggere persone che non vogliono esserlo?
Oggi, subito dopo il tampone, le ho rinnovato l’invito a scegliere quello che vuol fare.
Sai papà, tutto sommato è meglio che mi vaccino. 22 euro ogni volta (nota: in molti paesi è gratuito) per farmi questo fastidioso tampone per te è un costo, inoltre il tampone è fastidioso e poi a scuola magari mi toccherebbe farlo di continuo…
Retropensiero suo che credo di aver percepito “inoltre mi sentirei discriminata a scuola”. È una risposta perfettamente logica, che non c’entra niente con l’utilità del vaccino in sé stesso, ma è una risposta che genera tristezza e angoscia, perché, lucidamente, delinea la direzione, altamente distopica di dove stiamo andando. Ovviamente rispetterò la sua scelta.
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Articolo di Roberto Hechich
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