La città della partita a scacchi: così è conosciuta in tutto il mondo, ma Marostica, comune di oltre 14mila abitanti in provincia di Vicenza è in realtà molto, molto di più…
Ai piedi delle Prealpi Venete, tra Bassano del Grappa e Breganze, si snoda una delle cinte murarie più spettacolari d’Europa: possiamo ammirare questa incredibile opera di ingegneria militare ancora oggi, grazie alla caparbietà dell’Ing. Giovanni Tescari (1866-1939).
Il restauro della cinta muraria
Il Tescari riuscì a reperire i fondi, dopo numerosi solleciti alla R. Sovraintendenza di Verona, nel 1912: ma questioni burocratiche legate alle questioni finanziarie e alla messa in opera dei lavori di restauro, finirono per protrarre l’attuazione oltre l’inizio della Grande Guerra, con conseguente, inevitabile, blocco dei lavori. Ispettore Onorario per i Monumenti del Mandamento di Marostica, l’ingegnere riuscì, una volta conclusasi la Prima Guerra Mondiale, ad ottenere dalla Sovraintendenza in questione un contributo di 10.000 lire solo nel 1921. La ferma volontà di portare a termine questa incredibile impresa di restauro, fece coinvolgere anche l’ex.prefetto Comm. Dinale: nel gennaio 1934 giunse la concessione di 320.000 lire. Il restauro durò 2 anni (1934-1936) e fu diretto dalla r. Sovraintendenza all’Arte Medievale Moderna di Vicenza. Fu un’opera titanica: 1800 metri di cinta muraria ripulita dalle erbacce, furono sistemate le feritoie, consolidate le mura, reintegrati tratti del camminamento di ronda, ripuliti gli attraversamenti pedonali (“pusterle”), restaurate le porte. La cinta muraria consta di 4 porte precedute da un rivellino: 3 a valle (“breganzina” a ovest, “vicentina” a sud e “bassanese” a est) e 1 posta a oriente rispetto al Castello Superiore (“di tramontana” verso settentrione”); si parla di Castello Superiore perchè, chiaramente, in pianura si trova un secondo castello-recinto, denominato Castello Inferiore.
MAROSTICA NELL’ANTICHITA’
Il Monte Pauso, sulla cui sommità possiamo ammirare il Castello Superiore, sulle cui pendici possiamo seguire lo snodarsi della cinta muraria verso valle, fin dall’antichità è stato snodo cruciale per le attività umana: fin prima dell’anno Mille, infatti, era via di transito ideale per la transumanza, collocandosi tra la pianura e le colline sovrastanti.
In particolare, i pendii soleggiati resero la zona favorevole allo sviluppo dei primi insediamenti sin dalla preistoria, documentati da vari ritrovamenti.
Altri ritrovamenti testimoniano la presenza nel luogo di comunità Paleovenete, facilmente collegabili alla prossima necropoli di Angarano.
Marostica, come tutte gli agglomerati umani della zona, fu in balia, dopo la caduta dell’Impero Romano, dell’avvicendarsi dei poteri ostrogoti, bizantini, longobardi, franchi.
Dopo la sconfitta di Berengario del Friuli, re d’Italia, sulle rive del Brenta, sul finire del IX secolo, la città passò sotto gli Ungari.
Si hanno notizie già attorno all’anno Mille di una fortificazione sulla sua cima, come un castrum con torre gironata e un mastio. Questa struttura permise al suddetto monte di assumere un fondamentale ruolo strategico nelle lotte di potere a cavallo tra il XII e il XIII sec.(Vicenza e la famiglia degli Ezzelini).
Il “Regestum possesionum comunis Vincencie”, documento datato 1262, racconta anche l’esistenza di altre torri a guardia di Marostica (Pauso, Pausolino, monte Agù).
In questi anni la cittadina, fu contesa tra il Comune di Vicenza e gli Ezzelini: dopo essere stata conquistata nel 1235 dagli Ezzelini, nel 1259, con la sconfitta di Ezzelino III “il Tiranno” per mano di una lega Guelfa nella battaglia di Cassano d’Adda, Marostica passò sotto Vicenza; subentrò il dominio padovano nel 1266, finchè, nel 1311, succedettero gli Scaligeri. Ed è proprio a Cangrande della Scala che si deve la costruzione del Castello di Marostica e la costituzione della città come murata.
LA PRESENZA DELLA SERENISSIMA
Dopo un breve controllo da parte dei Visconti, che già controllavano anche la vicina Bassano del Grappa, nel 1404, La Repubblica di Venezia ne prende il comando.
Divenne quindi podesteria, pur rimanendo amministrativamente legata a Vicenza.
In questi anni si sviluppa la grande Piazza con l’edificazione di una grande fontana (non più visibile) tra il Castello Inferiore e la “rocca di mezzo”, ovvero Palazzo Doglione.
Il sec. XV si ha un intenso sviluppo degli edifici di stampo religioso.
Tra il 1450 e nel 1486 vengono erette la Chiesa di S. Marco e la Scoletta del SS. Sacramento; viene edificata la Chiesa di S. Gottardo e viene restaurata ed ampliata la Pieve di S. Maria.
Ed e’ di quegli anni pure l’edificazione del Convento di San Sebastiano, di cui son tuttora visibili le maestose vestigia.
La guerra della Lega di Cambrai pose fine ad un periodo di stabilità politica e di espansione in maniera repentina. Nel 1516, terminato il conflitto, i lavori nella cittadina ripresero: il governo fu trasferito dal Castello Superiore a quello Inferiore.
DALLE GUERRE NAPOLEONICHE AI GIORNI NOSTRI
Con l’arrivo delle armate al comando di Napoleone e la caduta della Serenissima, Marostica come le vicine città, visse un travagliato periodo di incertezza politico-economica e fu ceduta prima all’Austria e poi alla Francia nuovamente: per divenire, dopo il congresso di Vienna (1815), in modo definitivo, austriaca.
Passò al Regno d’Italia nel 1866, al termine della terza guerra d’indipendenza.
Posta poco a sud della linea del fronte durante la Grande Guerra, Marostica fu direttamente coinvolta essendo centro di acquartieramento delle truppe. Famoso il “Comando Tappa” di Vallonara, dove si fermò pure la celeberrima Brigata Sassari.
Tra le colline marosticensi, in alcuni tratti ancora perfettamente visibile, si trova una linea difensiva mai utilizzata, realizzata per fermare un eventuale tentativo di sfondamento dell’esercito austro-ungarico proveniente dall’altopiano dei Sette Comuni.
La Resistenza ai piedi dell’Altopiano di Asiago
Una lapide nel piazzale interno al Castello Inferiore è posta a memoria dei tragici fatti accaduti a Marostica il 14 gennaio del ’44: Decimo Vaccari (19 anni di Marostica), Bruno Provolo (22 anni di Vicenza), Luigi Nodari (23 anni di Nove di Bassano) e Giovanni Rossi (20 anni di Sasso di Asiago) furono fucilati all’interno del cortile del Castello stesso. L’esecuzione avviene come conseguenza del rastrellamento di Montagnanuova del 10-11/1/44 (Altopiano dei 7 Comuni, Comuni di Conco,Asiago e Valstagna), che ha come obiettivo debellare i partigiani del “Gruppo di Fontanelle di Conco”: portati a Vicenza, due dei quattro feriti, sono processati da un tribunale tedesco e condannati a morte.
Ogni anno è organizzata una importante commemorazione dal Comune, Anpi, Avl, e con la partecipazione attiva delle scuole primarie.
LA PARTITA A SCACCHI
Dal 1954, nella piazza di Marostica, si svolge una manifestazione conosciuta a livello planetario:
la rievocazione storica a personaggi viventi della leggenda della partita a scacchi di 500 anni prima (1454).
Si narra che in quell’anno, due valorosi guerrieri, Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara, si innamorarono della stessa bella: Lionora, figlia del Castellano Taddeo Parisio. All’epoca, come noto, era prassi risolvere a duello le dispute: il Parisio però, non volendo perdere nessuno dei due valenti giovani, si rifece all’editto di Cangrande della Scala di Verona emanato a seguito della vicenda di Romeo e Giulietta; si optò quindi per risolvere la disputa con una partita a scacchi: al vincitore in sposa Lionora, al perdente Oldrada, la sorella minore.
Con cadenza biannuale, nel secondo weekend di settembre degli anni pari, si svolge quindi, nella piazza di fronte al Castello Inferiore, la rievocazione storica animata di questa partita: con armati, dame, falconieri, paggi, vessilliferi e musici.
Assolutamente spettacolare e suggestivo l’incendio del Castello che si svolge al termine della rappresentazione.
LA CILIEGIA DI MAROSTICA
Definito come un frutto rotondo, rosso, con una polpa molto soda, la ciliegia di Marostica è stata la prima in Italia a fregiarsi del marchio europeo IGP (Indicazione Geografica Protetta).
Il processo produttivo di questa eccellenza marosticense viene certificato da un ente terzo che verifica il rispetto del disciplinare che determina la modalità di coltivazione, la consociazione varietale e il protocollo fito sanitario. La raccolta viene effettuata rigorosamente a mano con la contestuale selezione dei frutti. Un elenco sempre aggiornato definisce i siti idonei del consorzio, che quindi sono autorizzati alla produzione del frutto IGP.
Ogni anno, a cavallo tra maggio e giugno, si svolge la “festa delle ciliegie”, con mostra mercato, passeggiate e degustazioni.
Per informazioni: https://www.ciliegiadimarosticaigp.it/
La città è a portata d’uomo, con la storica piazza frizzante e viva, con la possibilità di visitare il Castello Inferiore e in qualche minuto di macchina,ritrovarsi, salendo il Monte Pauso, a godere della vista di ampi scorci di pianura padana dall’alto del Castello Superiore: immedesimandosi in tutti quegl’uomini, che nei secoli, nelle varie epoche susseguitesi, han goduto dello stesso incredibile panorama.
Per informazione sulla città: https://www.visitmarostica.eu/it/
Leggi anche l’articolo su Bassano del Grappa.
Articolo di Samuele Guizzon
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