Nella giornata di martedì 29 giugno il Comitato delle Terapie Domiciliari Covid19, ha organizzato un presidio simultaneo sotto le sedi Rai di ogni regione. L’intento del raduno era di chiedere il rispetto della pluralità di informazioni sull’emergenza sanitaria per chiedere conto dell’omessa trattazione riguardante il tema delle cure domiciliari precoci. L’iniziativa è stata comunicata a tutta la dirigenza Rai partendo da quel Presidente Marcello Foa, che solo nel 2018, pubblicava un libro dal titolo: “Gli stregoni della notizia. Atto secondo. Come si fabbrica informazione al servizio dei governi”.
GARANZIA DELLA LIBERA INFORMAZIONE
Il servizio pubblico dovrebbe garantire la libera informazione, un concetto che fa parte della sua declinazione naturale, ma che in un anno e mezzo di emergenza sanitaria non è stata mai garantita. È compito del servizio pubblico informare gli spettatori italiani di ogni aspetto rilevante, garantendo il diritto di replica e un pluralismo che oggi, si palesa sempre più nella sua assenza. Nonostante continui inviti e comunicati stampa inviati alle sedi Rai riguardo al lavoro svolto dal Comitato e dai medici che ne fanno parte, le redazioni nazionali non hanno praticamente mai dato risalto alle iniziative.
Nulla riguardo all’impegno dei medici nell’assistenza e nel supporto domiciliare reso a migliaia di persone durante l’emergenza sanitaria.
Nulla per quanto riguarda il dialogo con le istituzioni regionali e l’incontro tenutosi con il sottosegretario alla Salute Sileri presso la sede del Ministero per avviare un tavolo di lavoro seguendo il voto del Senato dello scorso 8 aprile, che impegnava il Governo a revisionare i protocolli di cura domiciliare. Impegno disatteso proprio dal ministro Speranza, senza alcun confronto con Sileri, che ha affidato la revisione delle linee guida al dipartimento di prevenzione, senza coinvolgere i medici del comitato.
L’INIZIATIVA DI ERICH GRIMALDI
L’avvocato Erich Grimaldi, fondatore del Comitato, si è così rivolto alla Commissione di vigilanza Rai per fare chiarezza sui motivi per cui le comunicazioni inviate sono state ignorate completamente. A questo proposito, il Comitato ha infine chiesto al Presidente Foa e ai dirigenti delle sedi regionali di ricevere, il 29 giugno dalle ore 18, un referente con la finalità di ottenere chiarimenti riguardanti la pluralità di informazioni durante l’emergenza sanitaria, le cure domiciliari e riguardo la campagna di vaccinazione, come il consenso informato e la vigilanza attiva e passiva, che l’informazione pubblica dovrebbe affrontare con maggiore trasparenza e chiarezza, in modo da supportare i cittadini in un momento così delicato.
Le sedi previste per il presidio sono state le seguenti: Ancona, Aosta, Bari, Bologna Bolzano, Cagliari, Campobasso, Cosenza, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Potenza, Roma.
POCHE SEMPLICI REGOLE
L’avvocato ha chiesto poche e semplici regole ai partecipanti, di modo da evitare facili etichettature, come l’utilizzo della mascherina in caso di assembramento, e la nomina di 2 referenti per eventuali comunicazioni con la stampa e la consegna, con sottoscrizione, della lettera al responsabile Rai da leggere durante la diretta. Le manifestazione sono state statiche con divieto di cortei. I referenti hanno inoltre raccolto le firme per la petizione da indirizzare al ministro Speranza, con riferimento alla partecipazione dei medici del Comitato che hanno agito sul campo in generale alla revisione dei protocolli di cura. La partecipazione richiedeva, possibilmente di indossare una maglietta con la stampa di uno dei seguenti slogan:
- Un’altra arma sono le cure precoci. Il vostro lavoro è informare fatelo!!!
- I cittadini pagano il canone. La Rai non deve censurare la libera informazione.
- i cittadini pagano il canone. La Rai deve rispettare l’informazione democratica.
- Il Covid si cura anche con le terapie domiciliari precoci perché la Rai tace?
- La televisione pubblica deve garantire libera informazione pluralismo diritto di replica
- Voglio essere curato con la terapia domiciliare precoce.
- Sono stato curato con la terapia domiciliare precoce.
Al momento, gli unici telegiornali regionali ad aver dato spazio alla manifestazione sono stati, il tg3 Campania per il presidio di Napoli, il tg3 della Calabria per il presidio di Cosenza, il tg3 del Molise per il presidio di Campobasso, il tg3 del Piemonte per il presidio di Torino, il tg3 del Trentino Alto Adige per il presidio di Bolzano, il tg3 della Basilicata per il presidio di Potenza e il tg3 della Liguria per il presidio di Genova. I tg nazionali hanno completamente ignorato i presidi.
COME HA RISPOSTO TRIESTE
E a Trieste com’è andata? Questo è il mio resoconto della giornata, alla quale ho partecipato come libero cittadino italiano e rappresentante del Movimento Roosevelt Triveneto.
Sono partito verso le 16:30 da Gorizia dopo avere ritirato la maglietta fatta stampare con la scritta “Voglio essere curato con la terapia domiciliare precoce”. Sono arrivato con un lieve anticipo sotto la sede Rai dove ho potuto constatare la presenza dei due referenti e una ventina di persone. Dall’altro lato della strada ho scorso la presenza di due poliziotti locali chiamati a controllare l’ordine e il rispetto delle regole del presidio. Sotto il sole che picchiava ancora, è iniziata la raccolta delle firme, il tutto in modo ordinato cercando di evitare il più possibile comportamenti che potessero garantire la possibilità di mettere in cattiva luce l’iniziativa.
Con il passare del tempo hanno cominciato a confluire ulteriori partecipanti fino ad arrivare a settanta verso le 18:30. Mentre una referente continuava a raccogliere le firme, l’altra si prodigava nel collegarsi nella diretta simultanea su zoom filmando il presidio e seguendo le comunicazioni che venivano date in diretta dall’avvocato Grimaldi. Onde evitare il caldo del sole ci siamo spostati sul lato opposto della strada sotto gli alberi. Con il passare del tempo si sono aggregate nuove persone, ma dei referenti Rai regionali nessun segnale.
Ho notato la presenza però, di due persone a margine del presidio, che sembravano quasi controllare i nostri movimenti. Parlando con i referenti si è venuto poi a sapere che erano due rappresentanti della Digos presenti per consegnare la lettera ai rappresentanti della Rai nel caso in cui nessuno si facesse vivo. Dopo un’ora e mezza ho potuto constatare che, nonostante il gruppo numeroso proveniente da tutto il Friuli, alla fine le firme raccolte sono state 120, nessuno si è fermato per chiedere informazioni e cercare di capire il motivo del presidio.
I REFERENTI RAI ASSENTI
Una volta constato che nessun referente Rai si sarebbe fatto vivo, tramite i rappresentanti della Digos i due referenti incaricati regionali, sono entrati nella sede Rai per consegnare e leggere la lettera. Arrivati all’ingresso, l’usciere ha comunicato che il direttore non era al momento presente e non c’era nessun referente incaricato al ritiro della letterea per cui è stata letta, in diretta streaming, e poi consegnata all’usciere.
A questo punto la sensazione provata, a livello personale, è stata di un palese menefreghismo da parte della redazione friulana difronte al presidio e di come ci sia la percezione che non si voglia, o non si possa parlare dell’argomento. A livello personale c’è stata come la sensazione che a questo tipo di manifestazione manchi qualcosa che possa coinvolgere in modo informativo anche i passanti ignari di quanto sta accadendo, e questo pur sapendo che non fosse possibile fare volantinaggio e utilizzare un gazebo per eventuali informazioni e raccolte firme.
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